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SF.CONDO 3/p XIX. Guido di Cauliac rammenta poscia un certo Jamerio, di cui non ci è rimasta notizia alcuna, nè era a bramare che ci rimanesse, perciocchè dice di lui che Chirurgiam quamdam brutalem edidit. Fu al tempo medesimo, cioè circa la metà del secolo XIII, un chirurgo di nome Bruno, la cui Chirurgia suole andare unita con quelle de’ due soprannomati Ruggiero e Rolando. Di lui parlando Guido loda il raccogliere e il compendiar ch’egli fece le cose migliori di Galeno, di Avicenna, di Albucasi; ma insieme si duole eli’ ci non avesse tutti i libri di Galeno tradotti in latino, e che trascurasse in tutto l’anatomia. Chi egli fosse, è sembrato ad alcuni difficile a diffinire. Dino del Garbo illustre medico fiorentino al principio del secol seguente ebbe per padre, come afferma Domenico Aretino (Mehus Vita Ambr. camald. p. i35, i63), un valoroso chirurgo detto per nota storica intorno a questo Jacopo , che non dee qui oinmettersi: Anno ucccxlin die xm Octobris obit famosus artium et medicinae doctor dominili maeìster Jacohus de Capellutis de Parma A vi n ioni, et fuit sepultus ad domimi fratrum lieremitanor. rum maximo /¡onore et fuerunt ad faciendum sibi honorem Undecim Cardinales, sedecim Episcopos (,ic) cum muitis procuratoribus sanctissimi Pupae, et dominus Papa fecil ei gratiam , quod posset testare , et fecil, ac dedii gratiam , quod esset absolutus a poena et culpa. Finalmente in un altro codice, che fu di Rolando il giovane , ed ora è nella stessa reai biblioteca, si contiene un’altra opera medica attribuita a un Rinaldo de’ Capelluti da l’arma, a Si è anelie stampata in Roma sulln fine del secolo xv un’opera di Rolando Capelluti, Dt Curatione pestiferorum aposiematum (Audifredi Cai rom. Edit. saec. xv, p. 38o) ».