Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/386

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secondo 36:) Giovanni giunse ad ottenere sì grande fama, che di pochi leggiamo che arrivasser tanl’oltre. V. Questa fu tale, che, come narrasi nelle Cronache più antiche dell’Ordine de’ Predicatori citate da’ PP. Quetif ed Echard (l. cit.), essendo radunato in Bologna il capitolo generale dell’Ordine, i Bolognesi scelsero alcuni de’ principali e più dotti lor cittadini, cui diedero il nome di ambasciadori, perchè andassero a pregare il maestro generale dell1 Ordine e il capitolo intero a non voler privar la lor patria della presenza di F. Giovanni, da cui essi traevano sì grande frutto. A’ quali il maestro generale, che era il B. Giordano , rispose cortesemente che benchè gli operai evangelici dovessero esser pronti a recarsi a qualunque luogo Iddio li chiamasse, egli però, quanto da sè dipendea, avrebbe procurato di secondare il lor desiderio. I suddetti due scrittori pensano che ciò avvenisse in uno degli anni 1223, 1125, 1227, 1229, 1231, ne’ quali si tenne in Bologna il generale capitolo. Ma come esso vi si tenne non meno l’anno 1233 (Del Castillo Cron. par. 1, /. 2, c. 7), e prima di quest’anno non ritroviamo che F. Giovanni si rendesse famoso per la sua predicazione, mi sembra più verisimile che a quest’anno medesimo debbasi differire una sì onorevole deputazione. Il dottor Macchiavelli aggiugne che i Bolognesi diedero a F. Giovanni la loro cittadinanza3 il che egli prova da alcune carte nelle quali trovasi così sottoscritto: Ego Frater Joannes de Bononia nunc, qui alim fui de Vicentia oriundus. Ma queste parole non parmi che provino abbastanza v. Granile sii • ■tu il 11 lui ni« temila singo* larmenlo in Bologna.