Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/423

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.j02 I2BRO stranamente gli autori, perciocchè alcuni l’anticipano fino al 1229, altri lo differiscono fino al 1279. Ma il P. Sarti con autentici documenti mostra ch’ei viveva ancora l’an 1259, c che era già morto l’an 1263. Dal che egli conchiude a ragione doversi credere all’antica Cronaca bolognese, che afferma lui esser morto l’anno 1260 (Script. rer. ital. vol. 18, p. 271). Vedesi ancora, benchè in parte coperto, presso la chiesa di S. Francesco in Bologna il sepolcro di questo sì famoso giureconsulto, di cui basti l’aver detto in breve fin qui, rimettendo chi più oltre voglia saperne, al più volte citato esattissimo storico dell*università di Bologna. XXI. Non dividiamo dal padre i tre figliuoli ch’egli ebbe seguaci de’ suoi esempii nell’illustrare le leggi, e a’ quali il nome paterno passò in cognome, Francesco, Cervotto e Guglielmo, i quali due ultimi gli nacquero da una seconda moglie. Francesco fu il più illustre tra tutti, e mostrossi grato alla cura che suo padre avea avuta nell’istruirlo, col difenderne il nome e l’onore contro di altri giureconsulti che cercavano di oscurarlo; e poichè fu morto Odofredo, di cui frappoco ragioneremo, niuno potè più contrastargli il primato negli studi legali. Ma Bologna non potè lungo tempo godere di un professore sì valoroso. Edoardo I re d1 Inghilterra, venuto l’anno 1273 in Italia nel ritornar che facea dalla guerra sacra, avendo veduto Francesco Accorso, e conosciutone il sapere ugualmente che il senno, invogliossi di averlo a suo consigliero, e l’ottenne. Francesco partì da Bologna qualche tempo dappoichè erane partito