Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/472

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SECONDO 451 amò sempre e protesse quella università, e le diede non poche pruove di favore e di stima. Ad essa egli inviò le Costituzioni pubblicate nel primo Concilio general di Lione, che sono state interamente per la prima volta date alla luce dal ch. monsig. Mansi (Suppl. ad Con. ed Colet, t. 1, p. 1072). Egli, sapendo che alcune Decretali spargeansi falsamente sotto suo nome, mandò all’arcidiacono di Bologna, come a presidente dell’università, quelle che avea veramente finallor promulgate; e la lettera da lui perciò scrittagli è stata data alle stampe dal P. Sarti (pars 1, p. 124). Egli confermò gli Statuti di quella università, e di più privilegi onorolla, che si accennano dallo stesso scrittore, il quale quindi riflette qual fede debbasi ad alcuni moderni che affermano aver Innocenzo trasferita a Padova P università di Bologna, di che non vi ha indicio alcuno presso gli antichi; e forse si è per errore attribuito ad Innocenzo IV ciò che con qualche maggior apparenza di verità si racconta di Alessandro III, come altrove abbiamo osservato. Per opera di questo stesso pontefice Roma vide dopo più secoli riaperte le pubbliche scuole di giurisprudenza; e a lui pure dovette la città di Piacenza la nuova università che ivi a questi tempi fondossi, oltre i privilegi e gli onori da lui conceduti all’università di Parigi; di tutte le quali cose abbiamo a luogo più opportuno tenuto ragionamento. Nè egli fu pago di promuovere in tal maniera gli studi. Egli stesso ancora fra le gravissime cure del suo pontificato non intramise di coltivarli; e frutto di essi furono gli