Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/490

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SECONDO 46y di cose a’ loro tempi avvenute. E per proceder con ordine, cominceremo da quelli che ci han date Cronache o Storie generali, poscia seguirem dicendo di quelli che la storia di qualche particolare città hanno illustrata. II. E sia il primo uno storico a cui confesso che non senza qualche timore io dò luogo tra gli scrittori italiani. Egli è Goffredo da Viterbo. E se veramente ei fu da Viterbo, la quistione è decisa. Ma dovrebbesi egli mai sospettare che in vece di Viterbiensis dovesse leggersi Vittembergensis? Il cardinale Baronio ne dubitò (Ann. eccl. ad an. ii86)j ma non si trattenne a disciogliere il dubbio. È certo ch’ei passò la sua fanciullezza in Bamberga, ed ivi fu istruito nella gramatica, come egli stesso afferma nella sua Storia, di cui frappoco diremo (Script. Rer. ital. vol. 7, p. 438, 439)- Egli inoltre ci narra di essere stato cappellano e notaio di Corrado III, di Federigo I e di Arrigo VI tra’ re di Germania (ib. pi 454): i quali due argomenti come ci pruovano eh1 ei passò in Allemagna la più parte della sua.vita, così ci fan nascere qualche sospetto che vi fosse ancor nato. Ma più d’ogni altra cosa mi tien dubbioso ciò eh egli dice nella prefazion della sua Storia al pontefice Urbano III. Nomen autem auctoris Libri est Gotfridus, quod interpretatur Pax Dei. In lingua namque Theutonica Got dicitur Deus, et Frid dicitur Pax. Un autor italiano scrivendo a un papa italiano avrebbe egli tratta l’etimologia del suo nome dalla lingua tedesca? E il riconoscer ch’ei fa il suo nome tedesco di origine, non ci fa egli dubitare ch’ei lo fosse ancora