Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/544

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TERSO 5j3 par. I, p. aio), se non di aver vedute alcuno cobole di questo poeta in un codice della Vaticana. Il Quadrio vi aggiugne (Stor. della Poes. t. 2, p. iig)j ma senza recarne alcun fondamento, ch’egli venne più volte a tenzon poetica con Ugo di S. Ciro del territorio di Cahors, il quale , secondo il Nostradamus, morì l’an 1225 per dispiacere di non veder corrisposto il suo amore, genere di morte ne’ provenzali poeti frequente assai (*). Di questo poeta niun componimento si legge ne’ due codici estensi. Italiano ancor sembra che fosse Pietro della Caravana , come scrivono il Crescimbieni (l. cit. p. 213) e il Quadrio (l. cìt. p. 213) , o della Gavarana, come leggesi nell’antico codice estense; il che si raccoglie per congettura da un suo componimento che leggesi ancora nel suddetto codice estense (p. 206), in cui esorta i Lombardi a non fidarsi troppo ai Tedeschi. Non vi ha però indicio ad accertare a qual tempo ei vivesse. Di questi due poeti non leggesi alcuna di quelle romanzesche vicende che nelle Vite de’ Provenzali sì spesso s’incontrano , e che noi comincieremo a vedere ne’ due seguenti. (*) Di Nicoletto ila Turino fa un breve cenno SVI. iVIi!lot, e ne cita i Coni plot* uvee lingue* de Saint- Cyr sur unc aventure galante (flist. de* Tinbadnur*, t 1, p. 4to), e ci rimette all’articolo Hi Folguet de Roman*. Io ho veduto questo articolo (t. 1. p. 46), e quello ancora ili Lgo di.S. Ciro (l. 2, p. 174)1 e non v* trovo menzione di Nicoletto. Di Pietro della Rovere ei parla assai brevemente (l. 3, p. 4*4)-