Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/55

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34 LIRRO ambasciate sostenne Pietro negli anni seguenti presso il pontefice Innocenzo IV a nome del suo signore. L’anno i:?43 bi a lui inviato con Taddeo da Sessa per trattar della pace (Ricard. de S. Germ. Chron. voL 7, Script. rer. ital. p. 1057); e nel seguente di nuovo collo stesso Taddeo e col conte di Tolosa pel medesimo fine, e poscia un altra volta nel medesimo anno insiem con Gualtero da Sora (Nicol, de Curbio in Vita Innoc. IV, § 1 o, 12, t. 3, pars 1 Script. rer. ital.); ma sempre senza effetto, non sembrando a Innocenzo che l’imperador procedesse con quella sincerità che ad una stabil pace si conveniva. Nell’anno stesso veggiamo Pier delle Vigne aver parte in un altro fatto, che benchè non si facesse per ordine di Federigo, questi però col dissimularlo mostrò chiaramente approvarlo. Questo fu l’arresto di S. Tommaso d’Aquino, allorquando essendo egli entrato nell Ordine de’ Predicatori, e andando da Napoli a Roma col maestro general dell’ ordine Giovanni Teutonico, fu da un suo fratello fermato a forza, e chiuso in un castello. Tolomeo da Lucca scrittore contemporaneo, e confidente del Santo, afferma che Pier delle Vigne si unì a tal fine con Reginaldo fratello di S. Tommaso: Et unus germanus Fratris Thomae... dictus dominus Reginaldus... statim ut sensit fratrem suum advenisse, Federico dissimulante... cum Petro de Vineis et suis famulis germanum suum subtraxit praedicto magistro, impositoque in equo, violenta manu cum bona comitiva ipsum in Campaniam misit ad quoddam castrum ipsorum vocatum Sancti Joannis (Hist.