Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/564

Da Wikisource.

TERZO 543 sembra accennare il eh. Muratori (ib. p. io(j4), eh’esse si trovino inserite anche in una più antica storia di Napoli pubblicata sotto il nome di Giovanni Villani. Eccoci dunque a qual sorgente attignesse il Platina cotesti sì strani racconti. Onde poi egli traesse ciò che abbiam udito da lui narrarsi dell’assedio di Mantova, non saprei dirlo. Noi vedremo fra poco che debba probabilmente pensarsene. XV. Benchè tante e sì grandi cose ci narri il Platina di Sordello , ei non dice però ch’ei fosse signor di Mantova; anzi racconta che avendo Ezzelino cercato di subornarlo, perchè si adoperasse a dargli in mano quella città, promettendogliene la signorìa, Sordello rigettò costantemente l’offerta. Solo egli ce lo rappresenta come il più potente e il più ragguardevole cittadino in una città libera, e condottier delle truppe. Il Volterrano è il primo che abbia chiamato Sordello principe di Mantova (Comnu-nt. urbana. l. 4), se pur egli usando latinamente la voce princeps, non ha anzi inteso solo di dire eli’ egli era il principale tra’ cittadini. E forse da questa parola medesima fu tratto in errore Leandro Alberti, il quale più chiaramente scrisse ch’egli fu il primo principe di Mantova dopo la contessa Matilde (Descr. della Lomb.). Gli altri storici mantovani che son venuti appresso, come Mario Equicola , il Donesmondi, il Possevino e l’Agnielli, tutti hanno fatto Sordello signor di Mantova, e quai più, quai meno hanno adottati e nelle storie loro inseriti i maravigliosi racconti del Platina e dell’Aliprando, da’ quali pure par che abbia attinte le sue