Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/581

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due si trovino che ci si danno per autori di poesie provenzali. La lingua italiana che nel secolo xiii non era ancor troppo elegante e vezzosa, perchè non era ancora ben formata, difficilmente poteva allettare i poeti ad usarne cantando. Al contrario la lingua de’ Provenzali, già da molto tempo usata, e fatta, per così dire, arbitra della rima e del verso, pareva al poetar più opportuna; e perciò anche in Italia molti f antiponevano alla natìa lor lingua. Ma dappoichè questa venne successivamente acquistando nuove bellezze, e giunse a segno di poter gareggiare con ogni altra lingua con sicurezza di non venir meno nel paragone, gl’italiani presero più universalmente ad usarla e nella prosa e nel verso, e non curarono qualunque altra lingua straniera. Ma noi dobbiam ora vedere in qual maniera e per cui opera cominciasse fino da questo secolo ad essere coltivata la poesia italiana.

Capo III.

Poesia italiana.

I. Mentre la poesia provenzale facea le delizie di molti de’ più leggiadri ingegni italiani, altri non men valorosi si esercitavano poetando nel natìo loro linguaggio, e con questo esercizio da rozzo e informe, qual prima era, il venivan rendendo gentile e colto. E parve per qualche tempo che queste due lingue tra lor contendessero del primato, e si disputassero il campo.