Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/592

Da Wikisource.

TERZO 5^1 e da altri, in cui pure si vede la lingua italiana non ancor ben purgata da’ siciliani idiotismi. Rechiamone i primi versi: Poichè ti piace Amore Cli co deggia trovare Faronde mia possanza, Ch’eo vegna a compimento, Dato haggio lo meo core In voi Madonna amare. Il Crescimbeni, forse per conferma del suo parere nel negare a’ Siciliani il primato nella volgar poesia, fissa il tempo di questa canzone verso l’anno 1230, ma non ne adduce ragione alcuna; nè ei potrà persuaderci così facilmente che Federigo allora, mentre avea tutt’altro in pensiero che cetera e versi, volesse occuparsi in cantar d’amore. Egli è assai più probabile che in ciò Federigo si esercitasse nei giovanili suoi anni, prima che se ne andasse in Germania r anno 1212. Lo stesso Crescimbeni rammenta alcune altre poesie di Federigo (Comment. t. 1, par. 2, p. 13), che si conservano manoscritte, e un frammento di esse che dal Trissino è stato dato alla luce. Enzo figliuol naturale di Federigo e re di Sardegna piacquesi egli ancora di poesia, e una canzone ne abbiamo nella Raccolta de’ Poeti antichi del Giunti (p. 219,ed.di Fir. 1727), e un sonetto pubblicato dal Crescimbeni (Comment. t. 3,p. 24), il quale parla ancora (/Vi, t. 2, par. 2, p. 19) di più altre poesie che scritte a mano conservansi in alcune biblioteche (a). Anche di Arrigo figlio (a) Aiulie da F. Saliinbene nella sua Cionarn a | >g. ”5 Jl«