Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/661

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VI/ Errori del P. EH-ri. 64o LIBRO ili questo poema tratte da un codice di Lucca (ad calccm lì ibi. med. et iiif’. Latin, t. 6, p. 340). E altre se ne potrebbon trarre per avventura da un codice che si conserva nella Biblioteca Ambrosiana, e che accennasi dal Muratori (Antiq. Ital. t. 3, p. 925), in cui Arrigo è detto: Henricus Samariensis Versilogus Doctor Granijnalicus. VI. Il P. Negri ha fatto due scrittori di un solo (Scritt. fior. p. 72), distinguendo Arrigo o Arrighetto, ch’egli dice autore di un Trattato dell’avversa fortuna, da Arrigo Simintendi, com’egli il dice, da Settimello, a cui attribuisce il mentovato poema: e insieme di due scrittori ne ha fatto un solo, attribuendo al poeta Arrigo da Settimello una traduzione in lingua toscana delle Metamorfosi d’Ovidio manoscritta, che vien citata nel Vocabolario della Crusca. Or egli è certo che il Trattato dell’avversa fortuna non è cosa diversa dal poema del nostro Arrigo, poichè così appunto s’intitola in alcuni codici la traduzione di esso italiana, di cui abbiamo or ora parlato. La traduzione poi delle Metamorfosi d’Ovidio appena è possibile che potesse farsi da questo Arrigo, il quale vivea in tempo in cui appena cominciavasi a scrivere in lingua italiana. In fatti in un codice, citato dall’Argelati (Bibl. deVolgarizz. t. 3, p. 139)), esse si dicon tradotte da Arrigo Simintendi, e in un altro, accennato dallo stesso Argelati, egli è detto Arrigo Simintendi da Prato. Quindi non veggendosi mai il cognome di Simintendi dato al nostro poeta, ed essendo egli natìo non di Prato, ma di