Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/687

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666 LIBRO e in varie scienze istruito. Ma ei non dissimula rii’ era invidiato e odiato da molti; il che dovea probabilmente avvenire non solo perchè suol essere oggetto d invidia un uomo che sopra gli altri si vegga innalzato , ma anche perchè ei dovea essere uomo a cui piacesse il motteggiare e il beffarsi d’altrui, cosa che tanto più spiace , quanto più riesce felicemente. Ne abbiamo pruove negli estratti del libro suddetto dal p Sarti dati alla luce (t. 1, pars 2, p. 9.21). Perciocché in essi Buoncompagno racconta che prima della sua venuta in Bologna erasi in quella città introdotto il costume che chiunque bramava di esservi professor di gramatica, mandava innanzi una sua lettera scritta con grande studio e colla più ricercata eleganza che fosse possibile, affin di farsi per mezzo di essa conoscere valente oratore. Jnte ad.ven.tum menni pnllularat in prosatoribus here.sis cancerosa, quod omnis, qui pollicebatur in prosa doctrinam exhibere, literas destinabat, quas ipse magno spatio temporis vel alius pictorato verborum fastu et auctoritatibus philosophicis exornaret, cujus testimonio probatus habebatur Orator. Possiam noi bramare argomento più convincente a mostrarci che prima ancora di Buoncompagno erano in Bologna professori di belle lettere? Siegue egli poscia a narrare che mostrando di non far conto di certi proverbii e di cotali maniere oscure ed intralciate di ragionare, che piacevano ad altri, era disprezzato e deriso qual ignorante dagli altri maestri; e eli’ egli perciò determinossi a confonderli solennemente.