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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/737

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III. Notizie di Marchionur aretino, e di altri archi» lotti. jiG Limo de’ papi in Roma e iifllo altre cittì» dello Stato Ecclesiastico, e quelle de’ re di Sicilia e di Napoli nelle lor capitali (a). Ma il saggio che ne abbiarn dato fin qui, basta a farci testimonianza delle ricchezze di queste città, e dell’industria e dello splendore de lor cittadini. III. Fin qui abbiamo annoverali molti magnifici e dispendiosi edifici in Italia intrapresi, ma non abbiam nominato alcun famoso architetto a cui essi si debbano, perchè gli storici di que’ tempi non ci bau lasciata memoria, chi ne formasse il disegno, o chi presiedesse al lavoro. Ebbe però 1 Italia di questi tempi non pochi illustri architetti, e alia magnificenza degli edifici cominciò ancora ad aggiugnersi qualche principio ili buon gusto, allontanandosi a poco a poco dal grottesco e capriccioso disordine ne’ passati secoli introdotto, e ritornando, benché a passi assai lenti, all’antica maestosa semplicità. Nel tomo terzo di questa Storia abbiam fatta menzione di alcuni che in quest’arte aveano ne’ due secoli precedenti ottenuto gran nome. In questo, di cui parliamo, il primo che ci si faccia innanzi, è Minchionile aretino. In nocenzo III, dice il Vasari (Vite de Pittori, (a) Fra i re di Sicilia che furono splendidi protettori delle belle arti, deesi singolarmente annoverare P imperador Federigo II. De’ magnifici edifici da lui in quel regno innalzati, e della statua di esso che, comunque malconcia assai, tuttor conservasi in Capova , belle notizie ci ha date il sig. D. Francesco Daniele in alcune sue memorie pubblicate dal P. Guglielmo dalla Valle (Lettere sanesi, t. 1, p. 197, ec.). e noi speriamo di vederle ancor più copiose nella Storia di quel celebre imperadore, intorno alla quale da lungo tempo ei si affatica.