Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/121

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84 LIBRO che l’interdetto fu intimato per lettere d’innocenzo VI, e non se n’accenna ragione alcuna. A me sembra assai più probabile il motivo che il Ghirardacci ne reca (t. 2, p. 234)? cioè la tirannia che in quella città usava Giovanni da Oleggio, e il non volersi da lui riconoscere il supremo dominio su quella città della Sede apostolica. Questo interdetto ebbe più lunga durata che il precedente; e non fu tolto che a’ 24 di ottobre dell’anno seguente 1358 (Script Rer. ital. l. cit. p. 448)- Io non trovo però indicio che lo Studio vi fosse in alcun modo compreso; e se pure Innocenzo VI recò con questo interdetto molestia e danno all’università di Bologna, egli stesso gliene diede un onorevol compenso l’anno 1362 quando spedì un amplissimo privilegio in favore di essa, con cui dopo averne dette gran lodi, e paragonatala a luminosissima stella che gitta per ogni parte la sua luce, stabilisce che in essa debba in avvenire tenersi ancora pubblica scuola di sacra teologia, e che in essa non meno che nell’altre scienze si debba conferir la laurea a coloro che ne saran meritevoli (a). Questa Bolla è stata data alla luce € {a) Il privilegio di accordar la laurea teologica conceduto all1 università di Bolognii fece quasi interamente cessare l’uso assai frequente in Italia di trasportarsi all’università di Parigi per ottenerla: e tanto si accrebbe per ciò il numero degli scolari in quella università , che parve in certo modo che lo Studio pubblico fosse stato da Parigi trasportato a Bologna. Così pare che debbasi spiegare un decreto del primo di ottobre del 1380 del pubblico Consiglio di Udine, che conservasi nell’archivio di quella città, ove si espone