Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/147

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no LIURO qua veniunt periti et dotti in Le gibus, Dccretalibus, et Medicina multi, et quidam in iis artibus conventati (cioè laureati). Multi quoque sunt ibi docti in Theologia Clerici, Religiosi , et nonnulli Laici (ib. p. 26). Le quali parole bastano, s’io mal non avviso, a confutare sempre più evidentemente l’opinione del Gatti che vorrebbe persuaderci (Hist Gymn. ticin. c. 16) l’università di Pavia fondata già, com’egli dice, da Carlo Magno , non esser mai venuta meno; e solo aver sofferto per le vicende de’ tempi qualche decadimento. In pruova di ciò egli afferma che Pietro Azzario, scrittore del secolo xiv, fa spesso menzione dell’affollato numero di scolari, che prima dclf anno 1362 a quella università concorreva. Io ho letti gli Annali dell* Azzario dal Muratori dati alla luce (Script. Rer. ital. vol. 16)? e non vi ho trovato cenno di ciò. Anzi la maniera con cui egli ne racconta la fondazione, ci mostra di’ egli era bensì persuaso che nei tempi antichi fosse stato in Pavia uno studio generale , ma che già da gran tempo esso era interamente cessato. Rechiamo le stesse parole di questo autore, poichè gli scrittori di questi tempi hanno per lo più nello scrivere una cotal graziosa semplicità, che in altra lingua perde ogni pregio. Praeterea, dic’egli all’anno 1362 (ib. p. 406), Dominus Galeaz curavit habere universa studia in Civitate Papiae, in qua antiquitus fuisse dicuntur, et certe de.Jure bene stat. Nam ipsa Civitas et domus sunt plerumque vacuae et inhabitatae , et mercatum de