Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/183

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146 LIBRO pretendono che fin dal secolo xn ella fosse usata, e ne trovan la pruova in un passo di Pietro Cluniacense, che allor vivea, il quale , descrivendo i diversi generi di carta allor Rambaldo degli Azzoni Avogaro, canonico della cattedral di Trevigi, cioè che sulla fine del secolo XIII le carte si lavoravano di stracci di lana e di bambagia , o ex rasuris pannorum veterum , con alcuni pochi di canape e di lino, generi allora assai rari, e che essendosi poi questi moltiplicati in Italia, verso la metà del secolo xiv Pace da Fabiano dovette prenderne occasione di fabbricare con essi soli la carta. L’eruditissimo sig. Cristoforo Teofilo de Murr, celebre pel suo Giornale delle Belle Arti, e per più altre opere , mi ha inviato da Norimberga un pezzo di bella carta di lino, fabbricata, come si crede, sul principio del secolo xiv. Ma non parmi che se ne possa stabilir con certezza nè l’anno nè il luogo. Quindi poichè noi per una parte abbiamo Y autorità della Cronaca sopraccitata, che fa inventor della carta di lino Pace da Fabiano verso la metà del secolo xiv, e per altra parte non abbiam monumenti ugualmente sicuri di altre carte di puro lino fabbricate altrove prima di questo tempo, pare che, finchè tai monumenti non si ritrovino, debba rimanere la gloria di questa invenzione al detto Pace da Fabiano, e al territorio di Trevigi, in cui egli intraprese questo lavoro. È però degno di osservazione un passo del giù-* reconsulto Bartolo, morto nel 1359, il quale nel suo Trattato de Insigniis et Armis alla rubrica 8 fa menzione delle fabbriche di carte de papyro , ch’erano in Fabriano , e che erano le più accreditate che allora si conoscessero, come osserva il Meerman nell’operetta sopraccitata (p, 7, ec.), che ne riferisce tutto quel passo. Ciò mi fa nascere qualche dubbio che ove nella Cronaca de’ Cortusii si legge Pax de Fabiano, debba leggersi per avventura Pax de Fabriano , e che questi in Fabriano forse prima che nel Trivigiano cominciasse a fabbricar tali carte, e che poscia passato a Trevigi, la copia e la bontà dell’acque ivi da lui ritrovate lo