Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/228

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PRIMO 191 entrò nella Cina ch’ei chiama il regno del Manzi, di cui corse varie provincie e quella singolarmente detta il Cattay. Poscia, volgendo verso occidente , vide le provincie soggette già al principe che dicevasi il Prete Gianni, di che si è parlato ove abbiam ragionato de’ viaggi del Polo, e finalmente entrò nel gran regno del Tibet. Qui finisce la relazione del B. Odorico, nè egli ci spiega per qual via facesse ritorno in Europa. Ed è certamente a dolersi che avendo egli viaggiato per tanti regni a que’ tempi appena fra noi conosciuti, e sì diversi da quelli che ora sono, non ce n’abbia lasciata una descrizione più esatta, e quella che egli pur ci lasciò, sia stata guasta e travisata per modo, che non possiamo pure accertare che cosa egli scrivesse. VI. Ma qual ch’ella siasi la Relazione de’ Viaggi del B. Odorico, ella è l’unica quanto a’ paesi orientali, che abbiamo di questo secolo; perciocchè l’opera di Marino Sanuto, di cui parlerem tra gli storici, benchè contenga ancora la descrizione di parte delle stesse provincie da lui pure vedute, non è però a ciò indirizzata. Ben troviamo contezza di più altri che intrapresero lunghi viaggi, ma poco o nulla ci tramandarono di ciò che avean veduto viaggiando. F. Francesco Pipino dell’Ordine de’ Predicatori, di cui più a lungo parlerem tra gli storici, fu uno tra essi; e in questa Biblioteca Estense conservasi un codice che ne contiene qualche memoria, con questo titolo: Ista sunt loca sacrae venerationis, quae ego Frater Franciscus Pipinus de Bononia Ordinis vi. Altri viaggiatori di’ * ri inaurano le relazioni.