Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/25

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XXIV PREFAZIONE Udiamone ora la traduzione dell al», de Sade (ib. p 277)Ne voyant parmi les humains Ni-tnaeurs moeurs ni vertu, ni courage, Jeune héros, vaili un! et sage , Je m’adresse à vous; dans vos mains Rome par le Ciel inspirée A remis la verge sacrée Qui doit reformer les fìornaiits. Qu’attend l’indolente Italie ’? Dans le sommi il ensevelic, Elle perd jusq’au souvenir Du triste etat qui l’humilie. Ah! si je pouvois la tenir! Mais non! U Ile est son indolence; Je crie et je soupire en vain. Vous ètes ma seule espérance; Rome en vous met sa confiance. Vous allez changer son destin. Sur cette tête vénérable, Jadis au monde rédoutable. Portez votre bras vigoureux, Et rassemblant sa vielle tresse Tirez-la du bourbier affreux, Où par le lux e et la molesse La virent tomber nos ayeux. Confessa egli stesso modestamente (t. 2. pref p. 21) che le sue traduzioni non sono state accolte con molto plauso, e che da parecchi egli era stato esortato a tradurre in prosa anzi che in versi le poesie del Petrarca, ch’ei credesse di dover inserire nelle sue Memorie , e si duole di non essere stato in tempo a seguir tal consiglio, se non in parte. Ma io credo che assai meglio stato sarebbe, se quasi niuna ne avesse in esse inserita. Perciocchè qual vantaggio ci arrecano finalmente in un’opera storica tanti sonetti e tante canzoni, le quali altro per lo più non c’insegnano, se non ciò che già altronde sappiamo, cioè che il Petrarca era innamorato di Laura. E il tempo che in ciò egli ha gittato, sarebbe stato speso meglio nel ragionare di alcune opere dello stesso Petrarca, di cui mi stupisco che l’ab. de Sade non abbia fatto alcun motto.