Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/256

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SECONDO 219 Questo scrittore fa un grande elogio di Gregorio, dicendo che fu uomo di grande scienza e di santa vita, onorato singolarmente in Parigi per le dotte sue opere, udito volentieri da ognuno , e specchio di probità non meno che di sapere (in Vitis Fratr.). Il card. Noris (Vindic. August. p. 68) afferma* che fra tutti gli antichi scolastici egli è il più versato nelle opere di S. Agostino, e insieme il difende dall’accusa che alcuni gli han data di avere sparsi i primi semi degli errori di Baio e di Giansenio. Dello stesso Ordine era Simon da Cremona, che, come afferma il du Bouly (l. cit. p. 989), fu licenziato in teologia l’anno 1377. Il Tritemio ne fa un luminoso elogio (c. 602), dicendo ch’ei fu uomo nelle divine Scritture erudito e studioso , versato ancora nell’arti liberali, di eccellente ingegno e celebre per eloquenza , di cui diede gran pruova in Venezia coll’istruire per più anni il popolo colle parole non meno che coll’esempio. Quindi ne accenna parecchi sermoni , alcuni de’ quali sono stati dati alla luce, altri con altre opere si rimangono manoscritti. Di esse si può vedere il catalogo presso il Fabricio (Bibl. med. et inf. Latin, t. 6, p. 188) e presso F Arisi (Cremori, litter. t. 1,p. 179) e presso il P. Gandolfi (De 200 Script, augustin. p. 320, il quale aggiugne che nell’anno 1387 ei fu fatto reggente del convento del suo Ordine in Genova, e che di lui ne’ monumenti dell’Ordine si trova menzione fino all’anno 1390. Ma in una Cronaca mss. del convento di S. Agostino di Cremona, esaminata dal soprallodatto P. della Torre, si dice ch’ei morì in Padova l’an 1398