Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/288

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SECONDO ^5I sua Storia letteraria di Firenze, a cui ha dato il titolo di Vita <f Ambrogio camaldolese, e di due lettere che il Petrarca a lui scrisse. In una (Senil. l. 4 ep. 7) che questi gli scrisse dalla villa d’Arquà, e che perciò dee credersi scritta circa il 1370, ei risponde a una lettera che Luigi aveagli diretta, ringraziandolo deli1 amore che per lui avea sempre mostrato, e gli confessa che avea cominciato ad amarlo, mentre Luigi era quasi ancora fanciullo, per un certo felice pronostico ch’ei ne facea, e che allora lo amava vie maggiormente, sperando di vederlo presto quale il bramava. Quindi aggiugne che gli manda in dono, come chiesto gli avea, il libro delle Confessioni di S. Agostino, cui già avea ricevuto da Dionigi da Borgo S. Sepolcro; e in tal maniera, dice, questo libro partito già dalla casa d’Agostino, ad essa farà ritorno. Con che ci mostra che Luigi era allora già religioso. Nell1 altra che è intitolata generalmente ad un amico (Epist. sine tit. ult.)} ma che vedesi chiaramente scritta a Luigi, svolge più a lungo ciò che nell’altra avea solo accennato. Grande e copioso argomento di speranza non meno che d’allegrezza tu somministri a’ tuoi amici, dic’egli, e a me sopra tutti, di cui non vt-Jia Jorse alcuno che intorno a te abbia levate più alto le sue speranze. Un egregio ingegno ti ha Dio conceduto, e lo avviva cogli stimoli di una nobile industria, per cui hai già acquistate pregevoli cognizioni e per la tua età ammirabili di molte cose Nè solo V intendimento a conoscerle ti ha egli donato, ma la facilità ancora a spiegarle Fornito di sì rare