Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/294

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SECONDO 25j XXV. Sì grande era la stima di cui Luigi go- G*^’Jti. deva in Firenze, che benchè religioso, fu non-ji><*««p* dimeno adoperato talvolta ne’ pubblici affari j rrnte: tiu e due ambasciate singolarmente si rammentali ",orle* dal Mehus, sull1 autorità delle Cronache di quei tempi (ib. p. 285), da lui sostenute pel Comun di Firenze l’an 1381 a Lodovico duca d’Augi ò , mentre guerreggiava con Carlo re di Napoli. S. Antonino racconta (Hist.p. 3, tit. 22, c. 2) inoltre che avendo l’antipapa Clemente mandato l’an 1387 suoi oratori a’ Fiorentini, il magistrato non volle dar loro udienza, finchè da Luigi non fu assicurato che ciò poteasi fare lecitamente. Ma più onorevole testimonianza della stima in cui era Luigi presso de’ Fiorentini, è la lettera da essi scritta 1 anno i38^ al pontefice Bonifacio IX per averlo a lor vescovo, che è stata pubblicata dal medesimo abate Mehus ib.). Dopo aver detto eh1 essi son lieti di aver non pochi nella lor patria degni d1 esser.promossi a tal dignità, e perchè fra gli altri, soggiungono, risplende qual singolar lume di scienza Luigi Marsi gli eremitano, a giudicio ancor de’ più dotti, maestro incomparabile di teologia, noi non possiamo, pe’ tanti meriti di cui è adorno, nelle nostre suppliche dimenticarlo. Quest’uomo ancora dunque sì celebre e sì eccellente noi raccomandiam caldamente a V. S. perchè lo sollevi al reggimento di questa chiesa. Basterebbe a ciò fare la fama di cui egli gode , che non altrimenti che i raggi solari si sparge e risplende per ogni parte, e con ragione. Perciocchè nella famosissima universi là di Parigi, non già per favor di bolle, Tiiuboschi, Voi V. 17