Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/301

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j64 libro che aveano gli scolari di servir talvolta come* di paggi a’ loro maestri. È certo, per ultimo, ch’egli esercitovvi la medicina, come si raccoglie dallo stesso processo in cui Francesco, interrogato se avesse ne’ viaggi accompagnato Marsi* glio, risponde di non averlo mai seguito fuor di Parigi, se non che aliquotiens associavit dictum, Marsilium tantum eundo videlicet spatiatum, et etiam visitando aliquos infirmantes Parisius: quia idem Marsilius sciebat in medicina, et interdum practicabat. Ma dopo avere per qualche tempo esercitata la medicina, si rivolse allo studio della teologia, e convien dire ancora che ne prendesse la laurea, perciocchè ei persuase i molti Italiani che erano in Parigi, che dovea leggere un corso teologico, e con tal pretesto si fece da essi prestare somma non piccola di denaro. Così si afferma nello stesso processo, e il passo è troppo interessante, perchè non debba esser qui riferito, a cagione degl’italiani che in esso si nominano, tutti sconosciuti, trattone Roberto de’ Bardi: Item dixit, quod dictus Marsilius fingens cautelose se lecturum Parisius cursum in Theologia, recepit pecuniam mutuo a quibusdam amicis suis, videlicet a Domino Roberto de Bardis studente Parisius recepit novem florenos auri mutuo. Item a Magistro Andrea de Reate Sirurgico (l. chirurgico) recepit decem libras Parisienses. Item a Magistro Petro de Florentia Physico decem florenos vel decem libras Parisienses. Item audivit dici, quod Dominus Andreas de Florentia Magister Regis Franciae mutuavit dicto Marsilio pecuniam , tamen nescit summam. Marsiglio nel