Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/346

Da Wikisource.

SECONDO 3ot) che gli errori da lui insegnati nella sua Astrologia. Ecco come questo scrittore ne racconta la morte (l. 10, c. 39)): Nel detto anno a dì 26 Settembre fu arso in Firenze per lo inquisitore de’ Paterini uno Maestro Checco d A scoli, il quale era Astrologo del Duca, e havea dette et rilevate per la scienza d’Astrologia overo di nigromanzia molte cose future, le quali si trovarono poi vere, delli andamenti del Bavaro, et. dei fatti di Castruccio, et di quelli del Duca. La cagione perchè fu arso si fuy perchè essendo in Bologna fece un trattato sopra la Spera, mettendo, che nelle Spere di sopra erano generazioni di spiriti maligni, quali si potevano costrignere per incatenamenti sotto certe costellazioni a potere fare molte mar avigliose cose, mettendo ancora in quello trattato necessità alle influenze del corso del Cielo, et dicendo, come Cristo venne in terra, accordandosi il volere di Dio con la necessità del corso di Astrologia, et dove a per la sua natività essere et vivere co’ suoi discepoli come poltrone , et morire della morte che egli morìo; et come Antichristo dovea venire per corso di piane te in abito ricco et potente, et più altre cose vane et contro la Fede. Il quale suo libello in Bologna riprovato, et ammonito per lo Inquisitore, che nollo usasse, li fu apposto, che V uso in Firenze, la qual cosa si dice, che mai non confessò, ma contradisse alla sua sententi a , che poi che ne fu ammonito in Bologna, mai non lo usò, ma che il Cancelliere del Duca, eli era Frate Minore Vescovo d A versa, parendogli abominevole a tenerlo il Duca in sua