Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/364

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SECONDO 3-2^ distintoe molto più che le opere di Ini diconsi dal P. Negri già conservate appunto in quel monastero a cui le aveva lasciate il Geometra, come si è detto. In terzo luogo egli parla (ib. p.446) del geometra Paolo, di cui noi pure abbiam favellato j e finalmente nomina Paolo Gherardi (ib. p. 447), e dice che circa il i3:i7 scrisse un libro sull’arte del calcolare, che conservasi nella libreria Gaddiana in Firenze. Se ei fu veramente della famiglia Gherardi, questi dee certamente distinguersi dal nostro Paolo geometra che fu de’ Dagomari. Ma converrebbe vedere il codice stesso per accertarsene. Io certo mi maraviglio che l’ab. Mehus, il quale tante ricerche ha fatte de’ codici fiorentini, nella sua Vita di Ambrogio camaldolese, che altro non è in somma che la storia della letteratura fiorentina de’ secoli bassi, non abbia nè di questo codice nè di questo scrittore fatta menzione alcuna. Egli ancora afferma che Paolo dell1 Abbaco è il medesimo che Paolo geometra; e il co. Mazzucchelli, che nelle note al Villani aveva distinto l’uno dall’altro, ne’ suoi Scrittori italiani ha corretto il suo errore, avvertendo insieme che verso il fine del secolo xv era veramente stato in Firenze un altro celebre matematico per nome Paolo , a cui però non troviamo che fosse dato il soprannome dell1 Abbaco. Finalmente un solo Paolo geometra e astronomo hanno riconosciuto e Giovanni Villani (l.12, c.40) e Giovanni Boccaccio (l.cit.) e Zenone Zenoni scrittore esso ancora contemporaneo , di cui il ch. dottor Lami ha pubblicato un sonetto in lode di Paolo (Novelle