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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/49

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12 LIBRO altri impostori fanatici a lui somiglianti si vedessero di questi tempi levar il capo in altre città d’Italia? e ottenere per qualche tempo autorità e potere? In mezzo a popoli per le continue turbolenze domestiche inquieti e sconvolti, chiunque fosse fornito di fervida immaginazione , di eloquenza patetica, di animo franco ed ardito, era sicuro di aver seguaci in gran numero, e di condurgli a qualunque risoluzioni gli piacesse. Quindi il sì frequente cambiar signore in molte città di Romagna, di Toscana, di Lombardia; quindi le sì diverse fazioni che in esse si contrastavano e si laceravano l’una l’altra, or vinte, or vincitrici a vicenda, de’ Visconti e de’ Torriani di Milano, dei Correggeschi e de’ Rossi in Parma, dei Langoschi e de’ Beccheria in Pavia, de’ Rangoni, de’ Boschetti e de’ Savignani in Modena, de’ Pepoli e de’ Gozzardini in Bologna, e di tante altre famiglie in altre città, che troppo lungo sarebbe il voler riferire. Aggiungansi alle guerre interne le esterne de’ Fiorentini contro altre città di Toscana, delle città di Lombardia le une coll’altre, de’ Genovesi coi Veneziani, de’ Visconti contro altri più piccoli principi di Lombardia, degli Scaligeri contro de’ Carraresi, e veggiasi qual dovesse essere di questi tempi lo stato della misera Italia. Io mi ristringo per amore di brevità ad accenar solo la serie di alcuni de’ più potenti signori ch’ebber più lungo Storia del Senato romano, dopo la morte di esso pubblicata in Homa l’anno 1783 dal conte Giuseppe Maria di lui figliuolo.