Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/51

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14 LIBRO allora di nove anni , e poscia uno de’ più gran principi di questa famiglia feconda in ogni tempo di eroi. Noi avremo a parlarne assai , ove tratteremo della protezione da lui accordata alle scienze; ma come ciò avvenne solo nel secolo seguente, così al seguente tomo ne riserberemo il discorso. VII. Al principio di questo secolo medesimo Matteo Visconti, dopo avere per molti anni contrastato per la signoria di Milano co’ Torriani, finalmente l’anno i3i i all’occasione della venuta in Italia di Arrigo VII, quando pareva eli’ ei fosse ridotto all’estremo, raggirò le cose per modo, che abbattuto il partito de’ suoi nimici , ottenne il titolo di vicario imperiale in Milano, a cui poscia sostituì quel di signore. Egli ebbe ancora per qualche tempo il dominio di Piacenza, di Como, di Bergamo e di Vercelli , e seppe sostenersi contro gli sforzi di molti principi italiani e stranieri insiem congiunti ad opprimerlo. Morì l’anno 1322, e lasciò la signoria di Milano a Galeazzo suo primogenito, il quale però dopo varie traversie che e dalle forze de’ potenti nimici e da’ suoi fratelli e parenti medesimi ebbe a soffrire, l’anno 1327 fu imprigionato da Lodovico il Bavaro, e chiuso nel castello di Monza, e liberato poscia l’anno seguente finì in Brescia i suoi giorni. Azzo di lui figliuolo ottenne dal Bavaro la signoria di Milano col titolo di vicario imperiale, e stese ampiamente il suo dominio, soggettandosi le città di Bergamo, di Pavia, di Cremona, di Como, di Lodi, di Vercelli, di Piacenza, di Borgo S. Donnino, di Brescia e