Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/55

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l8 LIBRO e morto Alberto l’an 1301, passò a Bartolomeo di lui primogenito, e quindi tre anni dopo ad Alboino altro figliuolo del medesimo Alberto. Questi ancora morì dopo breve impero l’an 1311? e lasciò il dominio di Verona a Can Grande suo fratello, con cui già avea diviso il dominio, e che avea già tolta a’ Padovani la signoria di Vicenza. Egli giunse ancora ad esser padrone di Padova, di Trevigi, di Feltre, di Cividal del Friuli e di altri luoghi, e assai più oltre avrebbe steso il suo potere, se la morte non T avesse sorpreso in età di soli 41 anni l’an 1329; principe magnanimo e generoso , di cui più volte dovrem parlare nel decorso di questo tomo. Ebbe a successori Alberto e Mastino suoi nipoti, tra’ quali Mastino valoroso nell’armi, ma per l’alterigia e crudeltà sua odioso a molti, conquistò ancora più altre città. Finirono amendue con poco intervallo T uno dalT altro, morto essendo Mastino nel 1351, e Alberto l’anno seguente. Can Grande figliuol di Mastino, che lor succedette, e che avea per moglie una figlia di Lodovico il Bavaro, principe crudele e dissoluto, fu ucciso l’an 1359) da Can Signore suo fratello, che insieme con Paolo Alboino altro suo fratello fu proclamato signor di Verona. Il secondo di questi, pochi anni dopo chiuso in prigione dal suo stesso fratello, fu poscia per ordine del medesimo ucciso l’an 1375 in cui pure morì Can Signore, lasciando eredi Bartolommeo ed Antonio suoi figliuoli illegittimi. In questi finì la potenza di questa illustre famiglia, perciocchè Antonio, ucciso barbaramente il fratello