Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/163

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SECONDO 667 potesse pure scrivere tanto. E mi si permetta di far qui una riflessione assai gloriosa all’Italia; cioè che non troverassi per avventura alcun1 altra provincia che possa produrne un numero non che uguale, ma che pur gli si accosti. Anzi veggiamo che gli stranieri medesimi talvolta sono costretti a ricorrere ai nostri storici per sapere le cose avvenute ne’ lor paesi , di cui essi non hanno avuti che pochi, o poco esatti scrittori. Ma tempo è di chiuder la serie de’ nostri storici col favellare di due che rischiararon co’ loro libri la storia straniera. E sia la prima una donna che nata in Italia passò in Francia ad essere oggetto di maraviglia a quella corte e a quel regno , di cui anche illustrò la storia scrivendo. Parlo della celebre Cristina da Pizzano, donna poco nota in Italia, a cui pure accrebbe non poco onore, e di cui perciò ragion vuole che rinnoviamo , quanto è possibile , la memoria. XLI. Il primo a darci un diligente ragguaglio della vita di Cristina fu M. Boivin il Cadetto, che fin dall’anno 1736 ne pubblicò la Vita (Mém. de V A e ad. des Inscr, t 2, p. 704) tratta singolarmente dalle opere così stampate come manoscritte da lei medesima. Il Marchand ne ha formato un articolo nel suo Dizionario (t. 2, p. 146), in cui ragiona principalmente dell’opere da lei composte; ove però io mi stupisco che ei non faccia menzione alcuna della Memoria di M. Boivin pubblicata tanti anni prima. Già abbiam parlato di Tommaso padre di Cristina , e abbiam veduto come egli, invitato in Francia dal re Carlo V. fu poi costretto a