Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/399

Da Wikisource.

TERZO 9°3 Eoesie italiane, die in un codice della Magliaeccliiana si attribuiscono a un Zanobi , non posson essere del nostro poeta , poichè in esse si fa menzione dell’anno 1397 in cui già da più anni egli era morto. Il co. Mazzucchelli ha raccolti gli elogi (l. cit) che molti antichi scrittori ce ne han fatto, ai quali deesi aggiugnere quello, benchè esagerato di troppo, che ne scrisse Zenone Zenoni poeta contemporaneo nella sua Pietosa Fonte da noi mentovata poc’anzi, in cui però non so, nè ha saputo indovinarlo lo stesso eruditissimo dottor Lami (Novelle letter. 1748, p. 219), per qual singolare errore egli il faccia vescovo di Montecasino: Messer Zanobi di Montecasino Vescovo fu quel Poeta , ti dico, Seconda rosa del mio bel giardino. Per cui in me rinovellò l’antico Dolor di quello, che cercò V inferno , Al quale io fui un tempo gran nimico. XIV. Amici pur del Petrarca furono due poeti parmigiani Moggio e Gabriello Zamori. Del primo avea il Petrarca non picciola stima, e il diè a vedere con invitarlo caldamente a venire a Milano , ov’egli allora abitava , per istruir nelle lettere il suo figliuolo Giovanni (Variar, ep. 20). Ma non pare, come avverte l’ab. de Sade (t 3, p. 418), che Moggio accettasse cotale invito. Egli era ancora amico di Benintendi de’ Ravegnani gran cancelliere della Repubblica veneta, e tra le lettere del Petrarca due ne abbiamo di Benintendi a Moggio (Variar. ep. 9, 1 1) e una di Moggio a Benintendi (ib. ep. 10), e