Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/49

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SECONDO 553 rOndin (De Scr. eccl t 3, p. 1074, fu da Urbano VI inviato alf università di Parigi per mezzo di Jacopo da Seve, il quale però da alcuni ne è stato falsamente creduto l’autore. Il medesimo Oudin ha pubblicata la Relazione di Roderigo di Bernardo spagnuolo che narrando un colloquio da sè tenuto l’an 1380 con Giovanni da Legnano in Roma, vorrebbe persuaderci che lo avesse costretto a cambiar sentimento e a credere illegittima l’elezione di Urbano. Ma è certo che Giovanni si tenne sempre in favore di Urbano, e ne è pruova il secondo trattato che su questo argomento egli scrisse, e che dal Rinaldi è stato dato alla luce (Ad calc. t. 26 Ann. eccl. edit. Lucens.). Esso è diviso in due parti, una delle quali s’intitola in un codice della biblioteca del re di Francia (l. cif. p. 122, cod. 1469) Novae Allegationes; l’altra Tertiae et ultimar A Ile getti 01 tes vai de venenosae. Queste però, come osserva 1 Ondin, sono veramente la prima parte di questo trattato; e le prime son la seconda; e questa parte soltanto è uscita alla luce per opera del Rinaldi. E, a dir vero, che il Legnano non abbandonasse mai il partito di Urbano VI, rendesi evidente ancora dall’ambasciata con cui fu ad esso inviato da’ Bolognesi 1’annoi 1382, come sopra si è detto. Nè è picciola lode di questo illustre giureconsulto, che egli abbia rivolto il suo sapere a impedire, quanto per lui poteasi, i gravissimi danni onde egli ben vedea che per lo scisma sarebbe stata travagliata la Chiesa (a). («) Intorno alle opere e alla vita di Giovanni da