Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/104

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88 LIBRO furore delle arrabbiate contese con cui i letterati di quell’età si mordevan furiosamente l’un l’altro , non solo egli si mantenne tranquillamente neutrale, ma pose ancora ogni opera per unirli in pace, come raccogliam dalle lettere da lui scritte in occasione delle liti tra Niccolò Niccoli e Leonardo Aretino, tra lo stesso Niccoli e ’l Filelfo, tra Guarino e ’1 Poggio, e tra il Poggio stesso e Lorenzo Valla. Di queste dovrem parlare nel decorso di questa Storia; in cui pure vedremo quanto a lui fosser tenuti e Biondo Flavio e Giorgio da Trebisonda e il Poeta Porcellio e Matteolo da Perugia e più altri uomini dotti di questo secolo. Uomo perciò degno d’immortale memoria, e nella cui morte a ragione scrisse il Filelfo (l. 11 , ep. 54), che grandissima perdita fatta avea l’eloquenza , e che Venezia avea perduto in lui il più dotto uomo che avesse. Al quale elogio corrispondenti sono più altri fattine dagli scrittori di que’ tempi, e da’ mentovati autori riferiti.

XXV. Che più? Fra’ generali ancora (d’armata si videro allora uomini amanti della letteratura , e che di essa facean le loro delizie, giovandosene a sollievo delle fatiche. E basti qui il nominare quel Carlo Zeno veneziano, uno dei più famosi guerrieri che fiorissero al principio di questo secolo, e che morì, come pruova il Muratori (Script rer. ital. vol. 19, p. 199), l'anno 1418. Jacopo Zeno di lui nipote, che ne scrisse ampiamente la \ ita, racconta (ib. p. 211) che in età giovanile avea egli fatti i suoi studj in Padova, e che in essi avea risvegliate dapprima liete speranze di se