Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/129

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PRIMO I I 3 r impegno di tutti per lo studio delle belle arti, e ciò che più d ogni cosa mi è caro, sono amatissimo da tutti (ib. ep. 28). Ma presto si cambiò scena. Sollevatasi una general sedizione in Bologna, e cacciatone il legato, nell’agosto dello stesso anno 1428, ogni cosa fu piena di confusione e di strage. In mezzo a sì grande tumulto costrette furono a tacere le Muse, e per tre anni rimase quell’università quasi interamente abbandonata. Dissi quasi interamente, perchè qualche professore pur vi rimase, e noi vedremo tra, poco parlando dell1 università di Ferrara, che Giovanni de’ Finotti si offrì pronto, l'anno 1430, a passare con buon numero di scolari da Bologna a quella università. Ma poscia l'anno 1431 tornata Bologna all1 ubbidienza della Chiesa, l’università ancora fu riaperta. A dì 22 d Ottobre , dice l’autore della Cronaca italiana di Bologna, pubblicata dal Muratori, all'anno 1431 (Script. Rer. ital. vol. 18, p. 641) incominciossi a render ragione nel palazzo del Podestà di Bologna. Per tre anni passati a cagione della guerra e delle tribulazioni che abbiamo dovuto, possiamo dire che mai non si sia renduta ragione in civile. Adì 24 si principiò in Bologna lo studio di tutte le facoltà. Per cagione delle guerre circostanti credesi che gli Studi di Firenze, di Siena, di Padova e di Pavia si svieranno per tal modo, che quel di Bologna si riformerà bene. Speriamo che non passerà Natale, che qui avremo più di 500 scolari. E più brevemente negli Annali di F. Girolamo Borselli, allo stesso anno: Jus reddi Tiraboschi, Voi. VII. * 8