Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/155

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PRIMO l3() a sì felici principii non corrispondesse un uguale successo. Perciocchè in un decreto di quella Comunità dell’anno 1429, pubblicata dal borsetti (Hist Gymn. ferrar, t. 1 , p. 28), nel quale si accetta l’esibizione di venire a tenere scuola in Ferrara fatta da un grama! ico detto per nome Francesco da Campagna, si dice che questi erasi a ciò offerto, perchè avea conosciuto in quale scarsezza di professori fosse allora quella città: videns penuriam nostram; e l’anno seguente 1430 fu parimente accettata volentieri f offerta di Giovanni Finotti dottore, che si esibiva di partir da Bologna con molti scolari per recarsi a leggere nell’università di Ferrara (ib. p. 29, ec.). Egli è vero che verso questi tempi medesimi tenevano ivi scuola l’Aurispa e Guarino, due de’ più famosi gramatici di quel secolo. Ma convien dire che pochi altri professori di qualche grido vi fossero , perciocchè il Borsetti riporta il decreto di quel Comune (ib. p. 47» ec.), fatto nel 144a principio del governo del marchese Leonello, con cui egli vien supplicato, acciocchè reformare velit studium generale, mandetque hujus studii umbrae veram et certam dari formam; e si espongono insieme i vantaggi che da ciò sarebbon venuti a Ferrara; il concorso de’ forestieri, l’abbondanza del denaro, il vantaggio d’istruirsi in patria, ed altri di tal natura, de’ quali sembra che fosse allor priva Ferrara, perciocchè ivi si dice che molti egregi ingegni di quella città si rimanevano oziosi; il che pure confermasi da un altro decreto dell’anno seguente, riferito dallo stesso Borsetti (ib. p. 5o),