Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/194

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1^8 N LIBRO lettere del Filelfo , uomo veramente bisbetico alquanto, cornea suo luogo vedremo, e ch’ebbe perciò nemici in gran numero. Molti codici greci raccolse ancora Ciriaco d’Ancona. Ma di lui diremo più a lungo, ove tratteremo de’ ricercatori d’antichità.

IV. Mentre questi Italiani andavano in (Grecia per riportarne codici greci non ancora ben conosciuti in Italia, altri andavano qua e là cercandone de’ latini, e di quelle opere singolarmente che si credevan perdute. Poggio fiorentino è quegli per avventura a cui più debba per questo riguardo la repubblica delle lettere. Recatosi l’anno 1414 colla corte pontificia, in cui si serviva, al concilio di Costanza, mentre ivi si trattiene , gli cadde in pensiero di ricercare nel monastero di S. Gallo venti miglia lontano, se gli venisse fatto di trovare, come da alcuni diceasi, parecchie opere di antichi scrittori. Quanto felici fossero la sue ricerche, lo descrive egli stesso in una sua lettera cbe è stata pubblicata dal Muratori (Script. rer. ital. vol. 20, p. 160). Tra una grandissima copia di libri, dic’egli, che lungo sarebbe l’annoverare, trovammo un Quintiliano ancor sano e salvo, ma p.’en di polvere e d immondezza; perciocché cran que’ libri nella biblioteca, non come il loro onor richiedeva, ma sepolti in una oscura e l'ira prigione, cioè nel fondo di una torre, in cui non si gitterebbon nemmeno i dannati a morte. E io credo certo, che se vi fosse chi ricercasse cotali ergastoli, in cui questi barbari tengon nascosti sì grandi scrittori, avrebbe un’ugual sorte riguardo a molti altri libri che