Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/264

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a.fft LIBRO del suo convento e della chiesa medesima. Dallo strumento stesso si raccoglie che la stampa dovea farsi non in Bergamo, ma in Venezia, come di fatto seguì. Spero che non sarà discaro a’ lettori eli io ponga al fine di questo tomo due note de’ primi libri stampati in questo secolo in ciascheduna città, o luogo d’Italia, una cronologica d’anno in anno, 1 altra alfabetica di città in città. Aggiungerò a ciaschedun libro l’autore che ne ragiona , e ne indica l’esistenza; nel che varrommi singolarmente del bel Supplemento alla Storia della Stamperia del soprallodato M. Mercier, da lui stesso gentilmente mandatomi in dono. Alcuni libri, pe’ quali non cito scrittore alcuno, o sono stati da me veduti, o mi sono stati indicati da amici a’ quali debbo ogni fede *.

XXXIII. Se dunque l’Italia non ebbe la sorte di dare al mondo l'inveutor di quest’arte, ebbe almen quella di prontamente riceverla, e di propagarla rapidamente. Ma più ancora. La stampa venuta in Italia non ancor ben dirozzata , trovò fra noi chi la condusse a perfezione ed a bellezza maggiore assai. Già abbiam detto che la prima stampa di libri greci fu fatta in Milano, ove Dionigi da Paravisino pubblicò nel 1476 la Gramatica greca di Costantino Lascari. In Italia parimente ebbe cominciamento la stampa di libri ebraici. Qualche parola erasi in detta lingua stampata in un libro pubblicato/n Eslinga nel 1475 come osserva il Wolfio Bibl. hebr. t. 2, p. io3o,- L 3, p. 941)• Ma niun’opera intera avea ancora in essa veduta la luce. Lo stesso Wolfio, il Maittaire (Ann. typogr. t. i ,