Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/287

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PRIMO 27I patria, eccolo dopo pochi giorni imbarcarsi di nuovo per andare a Costantinopoli, ove in fatti egli giunse a’ 7 di ottobre del 1418. Ne osservò le più magnifiche fabbriche, vide f impera dorè Mannello Palcologo, visitò i monasteri e le belle biblioteche adorne di vaghissimi codici, e, soddisfatta la curiosità, fece ritorno ad Ancona, donde qualche tempo appresso intraprese un altro viaggio a Pola nell1 Istria^ e colf aiuto di Andrea Contarmi, che ertivi podestà, vide gli avanzi di quella città antichissima. Restituitosi in patria, narra lo Scalamonti, che in più altre navigazioni ei rivide Costantinopoli e le Isole dell’Arcipelago; ma non dice quando ciò avvenisse, e queste navigazioni sembra che debbano riferirsi agli anni seguenti, come vedremo. Trattennesi allora Ciriaco per qualche anno in Ancona, ove venuto nel 14a 1 il Cardinal Gabriello de’ Condolmieri, che fu poi Eugenio IV, legato del pontefice Martino V, e volendo egli ristorare quel porto, Ciriaco fu trascelto a questore col carico di tenere i conti delle spese che perciò doveansi fare. Nel che si condusse egli sì destramente, che non solo ridusse i libri del Pubblico a miglior forma , ma ottenne ancora di sollevarlo da molti pesi onde era aggravato. Di questa sua carica fa menzione egli stesso nel suo Itinerario scritto vent’anni appresso, e indirizzato al medesimo cardinale già divenuto pontefice (p. 38). Nel tempo stesso ei ripigliò gli studj già intramessi, e non solo coltivò la poesia italiana, di che qui ancora dà qualche saggio lo Scalamonti, recando alcuni sonetti che a vicenda si scrissero egli e Serafino