Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/289

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pniiwo 3^3 per memoria del porto da lui ivi aperto. E la vista di questo oggetto gli accese in cuore un ardentissimo desiderio di andare in ogni parte cercando di cotai monumenti per rinnovarne, se fosse possibile, e renderne più durevole la ricordanza. Ei volle cominciare da Roma: ne’ doveva in fatti dare altro principio alle sue ricerche. Il tempo del suo arrivo a quella città si fissa chiaramente dallo Scalamonti: Martino V. Pontifice ejusdem pont A. I II. et ad III. Non. dec. diem cioè a’ 3 di dicembre del «424j l,a qual epoca ei conferma con ciò che poscia soggiugne, cioè che Ciriaco ritrovò il Cardinal Condolmieri che, poco prima lasciata la legazion di Bologna, si era colà recato. Perciocchè troviamo che quel cardinale nel giugno appunto di quest’anno partì da Bologna (ib. p. G14)• Ciriaco fu da lui ricevuto con somma allegrezza , e nei quaranta giorni di’ ei traltcnnesi in Roma, volle ch' egli usasse sempre di un suo bel cavallo di bianco pelo per aggirarsi per quella città, affin di osservar, come fece, e copiare e descrivere i monumenti antichi, in cui incontravasi. Lieto delle scoperte ivi fatte, tornò nel gennaio dell’anno 1425 ad Ancona, ove fu di nuovo eletto al magistrato de’ sei, e attese colf usata sua diligenza agli affari della repubblica. Frattanto Zaccaria Contarini veneziano (che dallo Scalamonti si dice parente di Ciriaco) gli scrisse , pregandolo a volersi incaricare de’ suoi affari mercantili nella Marca , ovver nella Puglia. Ciriaco aspirava a cose troppo migliori, e desiderava ardentemente di passar di nuovo in Grecia , per Tira boschi, Voi. VII. ìtf