Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/318

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3oa libro ordinato vescovo di Corsica , non so con11 egli possa affermarlo. Perciocchè nè egli ci dice di qual chiesa fosse fatto vescovo, nè nell1 Ugliclli si trova di lui alcuna menzione, e nel decreto del Pubblico di Reggio, che or ora rammenteremo , fatto dopo la morte del Ferrarini, ei non ha altro titolo che quel di frate. Ma egli non ha bisogno d’incerte lodi; e a noi, per dargli luogo onorevole in questa Storia, basta il sapere el11 ei raccolse con molta sollecitudine da tutta f Italia quante potè trovare antiche iscrizioni, e copiatele con quella maggior esattezza che gli fu possibile, ne formò un ampio volume, che ancor si conserva in Reggio nella libreria de’ PP. Carmelitani. Il suddetto Guasco ne ha pubblicato il proemio , ossia la lettera dedicatoria, la quale però non si sa a chi sia indirizzata. In essa eidice dice ch’essendo egli stato da’ più teneri anni assai amante delle antichità, avea sempre procurato con molta sollecitudine e con non picciola spesa di raccogliere da tutte le città d’Italia, per quanto gli avean permesso i sagri suoi ministeri, tutte le iscrizioni che avea potute trovare; e che lusingavasi di non averne ommessa alcuna, purchè fosse dissotterrata. Egli fa insieme le sue scuse, se al suo codice aggiunti non avea gli ornamenti onde le iscrizioni eran fregiate, sì per risparmio di spesa, sì per non ingrossare soverchiamente il volume. Questo codice rimase, come si è detto, presso i suoi religiosi in Reggio; e quel Pubblico giustamente sollecito ch’esso non si perdesse, a1 13 di febbraio delKaiino 1.(ij3, fece un decreto, che io non so se debba dirsi più onorevole al