Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/373

Da Wikisource.

PRIMO 35' ìare le circostanze che danno maggior risalto alla destrezza e al coraggio dell’italiano eroe. A’ 7 di settembre non si vide più terra; e la faccia di quell’immenso Oceano cominciò a turbare i mal esperti nocchieri. Ma quando dopo tre altre settimane di viaggio non videro ancora indicio alcuno di nuova terra, anzi si destò in essi il sospetto che non si fosser punto avanzati più oltre, la sedizione giunse a tal segno, che alcuni non temeron di dire a voce assai alta , perchè il Colombo gli intendesse, che conveniva gittar nei flutti quello straniero che aveali per capriccio condotti a sì disperata navigazione. All’aspetto di sì fiera burrasca non si mostrò punto atterrito il Colombo, e dandosi a vedere lieto e sicuro in volto, seppe sì destramente usare minacce, promesse e speranze, che i marinari e i passeggieri consentirono ad andar oltre ancora per qualche giorno. Così continuarono fino agli 8 di ottobre; quando non vedendosi ancora terra, la sedizione si eccitò più furiosa di prima; nè altro scampo rimase al Colombo , che dar promessa che se dentro tre giorni non si scoprisse la terra , avrebbeli ricondotti in Ispagna. Egli a più segni avea già conosciuto che non si sarebbe ingannato. In fatti verso la mezza notte degli 11, ecco scoprirsi da lungi un lume che additato dal Colombo a’ marinai, cambiò la loro desolazione in gioia e in trionfo, e fece loro rimirar l’ammiraglio non altrimente che uom prodigioso. La terra da lui prima d’ogni altro scoperta fu l’isola Guanahani, ossia, com’egli chiamolla, di S. Salvadore, una dell’isole dette