Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/375

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PRIMO 35lJ ilella magnificenza di quegli augusti sovrani. Egli però non se ne lasciò lusingare per modo, che non pensasse tosto a rimettersi in mare per far nuove scopette.

XVI. Diciassette vascelli furono destinati a questo secondo viaggio, carichi di tutto ciò che alle nuove colonie poteva essere opportuno, e a’ 25 di settembre dello stesso anno 1493 il Colombo sciolse la seconda volta le vele; e tenendosi più verso il Sud, giunse a’ 3 di novembre a scoprire la prima dell’Isole dette Antille, che fu detta la Dominica. Dopo aver vedute ed esaminate le altre, tornò all’isola Spagnuola, ove, se ebbe il dolore di trovar trucidati tutti coloro che ivi avea lasciati, ebbe insieme il piacere di scoprire alcune miniere d’oro, e allìel tossi perciò a rispedire in Ispagna la flotta, per recarne la lieta nuova alla corte. Continuò intanto il Colombo le sue scoperte, e fanno 14(j4 » °ÌR’C più altre isole, prese possesso della Giamaica. Al piacere di sì felici progressi si aggiunse quello di vedere improvvisamente il suo fratello Bartolommeo , che dall’Inghilterra passato in Francia, e uditi ivi i gloriosi successi di Cristoforo, si era recato alla corte di Spagna, e onorato sommamente da que’ sovrani, era stato da essi spedito con altri legni e con altre provvisioni alle nuove isole. Ma frattanto, mentre il Colombo adopera or il coraggio, or la destrezza, per tenere in dovere que’ troppo inquieti isolani, la carestia de’ viveri, da cui talvolta ,gli Spagnuoli erano molestati, il rigore che contro alcuni di essi ad esempio altrui era stato costretto ad