Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/397

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PRIMO 381 raccogliere primieramente dal sopraddetto passo di Pietro Martire; inoltre da un erudito discorso che il Ramusio racconta di aver udito in una villa del celebre Fracastoro da un Gentil huomo Mantovano grandissimo philosofo et matematico (Viaggi t. 1, p. 3^4 j C(l- Veti. iGoO), il quale in Siviglia conversato avea col Cabotto, e finalmente dalla Storia di Arrigo VII, re d’Inghilterra , scritta da Francesco Bacone da Vendami o (Op. t. 5, p. 229, ed. Amstel. \ Gip), scrittore che, benchè lontan da que’ tempi, era nondimeno uom troppo dotto, per non attingerne le notizie che a’ fonti sicuri. Or tutti questi scrittori attribuiscono la navigazione alle parti settentrionali non a Giovanni, ma a Sebastiano Cabotto. Anzi il gentiluom mantovano narrando il discorso che quegli gli tenne, gli fa dire che Giovanni suo padre morì nel tempo medesimo in cui giunse l’avviso che il Colombo avea scoperta la costa dell Indie. Convien dire perciò, che Giovanni morisse poco dopo la spedizione delle sopraccennate patenti, e che Sebastiano si accingesse solo a quel viaggio. Il gentiluomo medesimo e Pietro Martire ancora ci assicurano che Sebastiano era nato in Venezia , e non già in Inghilterra, come hanno scritto gli autori della Storia dei Viaggi (t. 57. p. 257), e che quasi fanciullo, già appresi i primi elementi delle scienze, era stato condotto a quell’isola. Il viaggio allo scoprimento di nuovi paesi, come racconta ei medesimo presso il gentiluomo mantovano, seguì nella state dello stesso anno 14))f, e il re Arrigo armò a tal fine due caravelle; nel che però vi ha qualche