Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/46

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3o LIBRO illustre ebbe una sorte troppo diversa da quella che gli era dovuta. Nelle turbolenze che dopo la morte di Galeazzo Maria si eccitarono in Milano da Lodovico il Moro, avido di regnare ad esclusion del nipote, Cicco si tenne sempre costante a favore del giovinetto suo principe. Di che essendo Lodovico contro di lui sdegnato oltre modo, i nemici di Cicco si valsero di questa occasione per istigare contro di sì saggio ministro l’animo del Moro, il quale finalmente fattolo arrestare e condurre prigione nel castello di Pavia, ivi gli fece troncare il capo a’ 30 di ottobre del 1480.

V. Galeazzo Maria figliuol di Francesco avea date nei primi anni di sua gioventù liete spe’ ranze di se medesimo , e qualche lettera scritta a lui dal Filelfo (l. 9, ep. 6) ci mostra che questo principe si dilettava talvolta di proporgli erudite questioni. Ma quand’egli prese il governo degli Stati paterni, fu ben lungi dal seguirne gli esempi, e non si rendette memorabile che pe’ suoi vizj; se non che avendo egli tenuto presso di sè il fedel ministro di suo padre poc’anzi nominato, questi continuò a proteggere col suo favore gli uomini dotti, de’ quali allora era in Milano gran copia. Non così Lodovico il Moro, il quale, benchè sempre 1 paresse occupato ne’ raggiri della più fina politica, mostrossi ciò non ostante sì splendido protettor delle lettere, che più non avrebbe potuto chi a ciò solo avesse rivolto il pensiero. Il Sassi ne ha ragionato assai lungamente (Prodr. de Stud. mediol, c. 9), e colla testimonianza di molti scrittori di que’ tempi, che presso di lui