Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/525

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SECONDO 50() coloro a1 quali molto dovette lo studio della filosofia. E noi ricorderemo con sentimenti di gratitudine il molto che dee loro l’Italia; ma ci compiaceremo ancora in riflettere quanto all’Italia dovettero essi medesimi, che ivi trovarono e splendidi mecenati e premj amplissimi al loro ingegno. Il primo che ci viene innanzi, è Giovanni Argiropulo, il quale dall’Hody (De Linguae gr. Instaurat. l. 2, c 1), dal Fabricio (Bibl. grave, t. i o, p. 4^5), dal Bruckero (Hist. crit. Philos. t. 4) p 39), e da più altri scrittori si dice venuto in Italia sol dopo la caduta di Costantinopoli. Ma di’ ei molti anni prima fosse in Italia, ne abbiamo indubitabili monumenti, i quali però non bastano ad accertare in qual tempo ei venisse, anzi ci lasciano in un inestricabile laberinto. Vespasiano fiorentino, da noi più volte citato, scrisse, fra le altre, la Vita di Palla Strozzi cittadino celebre di Firenze , di cui altrove ragioneremo. In essa, parlando dell1 esilio che l’anno 14^4 (Ammir. Stor. di Fir. t. 1, p. 1102) ebbe da Firenze, racconta che venuto Messer Palla a’! confini di Padova (Mehus praef. ad Vit. Ambr. camald, p. 19, ec.)... si voltò alle lettere come un tranquillo porto di tutti i suoi naufragi, e tolse in casa con bonissimo salario Messer (Giovanni Argiropulo, a fine che gli leggessi più libri Greci, di che lui aveva desiderio di udire I\ Tesser Giovanni gli leggeva le opere d’Aristotele in Filosofia naturale, della (quale egli aveva bonissima notizia. Era dunque f Argiropulo in Padova nel 1434 quando lo Strozzi vi fu esiliato. Nel 1441 il troviamo in Costantinopoli;