Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/53

Da Wikisource.

PRIMO. 3 7 lettere il suo figliuol Leonello; e lo stesso Guarino in un’elegia indirizzata a Verona sua patria , e dal Borsetti data alla luce (Hist. Gymn. ferrar, t. 1, p. 35), rammenta il favore di cui Niccolò l’onorava; Est hic magna ni mus Princeps, clarissimus Itero j, Marchio munificus, justitiaeque nitor, Qui me praecipuo amplecti dignatur honore, Et vitae auxilium et commoda multa ferens. Da lui pure fu colà chiamato Giovanni Aurispa, che per molti anni tenne scuola , come a suo luogo diremo j e più altri ancora nel corso di questa Storia ci avverrà di trovare da questo principe invitati e onorevolmente accolti. Ma ancorchè egli niun altro vantaggio recato avesse alle lettere, dovrebbe credersene nondimeno benemerito sommamente pel formare ed allevar eli’ egli fece a gloria e ad onor di esse i due suoi figli naturali, e poi successori, Leonello e Borso.

IX. E quanto a Leonello, negli antichi Annali Estensi, pubblicati dal Muratori, ne abbiamo un sì magnifico elogio, ch’io non so se di altro principe siasi mai scritto l’uguale. Perciocchè l’autore, dopo aver detto (Script. rer. ital. vol. 20, p. 453) ch’egli emulò la gloria di quegli antichi eroi di cui furono introdotte e perfezionate le scienze, e ch' ei fu principe adorno delle più belle virtù che si possano in un sovrano bramare, passa a spiegare partitamente quanti ne fossero i pregi. Egli dotato di sì vivace ingegno e di sì ferma memoria, che qualunque cosa udita avesse una volta, non mai gli usciva di mente. Egli versato in tutte le