Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/561

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SECONDO 5 segno , die li condusse sino a scriver pazzie che non si posson leggere senza risa. Ciò che or ora diremo, ragionando di quelli che più in ciò si distinsero , cel proverà chiaramente. Due furono i principali tra essi, uomini amendue di acuto ingegno e di infaticabile studio , che volto a cose migliori avrebbe prodotti frutti in ara vi gli osi , ma che da essi impiegato nelle misteriose follie di Platone, ha renduti inutili tutti i loro sudori. Essi sono Marsiglio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, a’ quali deesi a buon diritto in questa Storia una distinta menzione.

XX. Molti tra’ moderni scrittori ci han data la Vita del Ficino, e fra essi più stesamente di tutti il P. Niceron (Mem, des Homm. ill. t. 5), lo Schelhornio (Amoenit. litter. t. 1) e il Bruckero (Hist crit. Philos. t. 4 p 49 ec-)Ma miglior lume ad illustrarla ci ha dato di recente il ch. canonico Bandini, col pubblicare la Vita che l’anno 1506 ne scrisse Giovanni Corsi fiorentino; e diligenti notizie se ne hanno ancora negli Elogi degli illustri Fiorentini (t. 1). Di questi fonti noi ci varremo singolarmente, aggiugnendo solo, dove sia duopo, qualche altra notizia che dalle opere dello stesso Ficino e da’ monumenti prodotti nelle note alla Vita or mentovata ci venga somministrata. Marsiglio figliuol di Ficino chirurgo assai rinomato in Firenze (giacchè non parmi abbastanza provato ch’ei fosse figlio di quel Diotifece da Fighino,, o da Fighine, nominato in alcuni documenti citati ne’ suddetti Elogi, essendo per altro certo che i suoi maggiori erano oriondi da quella Tirauoschi, Voi. VII. 35