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576 LIBRO

egli pure dell’ astrologia giudiciaria. Il P. Decolonia (Hist. Litt. de Lyon. t. 2, p. 391), non so su qual fondamento, gli attribuisce ancora un trattato sul Cielo aperto a coloro che osservano la legge naturale. Ma io credo che su ciò non iscrivesse già egli espressamente un trattato; ma che solo ne ragionasse, come abbiamo udito narrarsi dal Giovio, nella sua opera De incognitis vulgo. Io debbo bensì aggiungere che in questa biblioteca Estense si ha un poemetto latino di Galeotto in lode di Stella dall’Assassino, o dell’Assissino, come altri leggono. Era ella figlia di un ramo della famiglia Tolommei stabilita in Ferrara, e distinta con quel soprannome; e fu quella da cui Niccolò III ebbe Ugo, Leonello e Borso, e morì nel 1419 (Script. Rer. ital. vol. 24, p. 184). Ei lo dedica a un Giovanni dell’Assissino, e alle lodi di Stella aggiugne quelle dello stesso Giovanni e di altri di quella famiglia. Io non credo però, ch’ ei fosse il padre già mentovato di Stella, perciocchè il poeta dicendo che due sono i lumi di quella famiglia, nomina prima Stella, poscia Giovanni.

Duo sunt Ptolomaeae lumina gentis, Quae tantam stirpem decorant et nomina praebent: Primum Stella choros inter celebranda Dearum; Ast aliud numen mira gravitate Joannes. Assissine es, cui Musae nosterque libellus Hunc (l. hic) datur ingenti Stellae confectus honore.

Or non mi sembra probabile che il poeta proponesse il padre alla figlia; e io penso che qui si parli di un altro Giovanni nipote forse