Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/657

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SECONDO 64I egli ha fatto qualche cenno della or sì celebre legge della continuità, parlandone anzi come di cosa comunemente adottata. E degno è infatti d’esser letto il primo libro de Fortitudine nel capo intitolato: Fortitudinem in mediocritate esse positam: in cui fa vedere che in tutte le cose la perfezione consiste in tenersi lontano da’ due estremi, e chiaramente stabilisce la suddetta legge. Il passo è troppo lungo, perchè io il possa qui riportare, e perciò ne recherò sol quella parte che può sembrare più importante: Docent hoc pictores in primis et caelatores , et qui vagantur Architecti: rerum quoque scriptores ac Poetae , duo ante omnia fugiunt, alterum nequid insolens ac turgidum in dicendo habeant, alterum nequid humile et abiectum. Quae cum fugiant, quidnam magis sequentur, quam quod inter duo haec positum, et costitutum est? Id certe nisi medium esse nequit, quando ab utroque extremo, quae medii natura est, recedit. Ergo etiam Poetae virtus ac laus ex hac medii observatione gignitur. Quid, ancor vedere il catalogo delle opere da Pietro composte. Molte ili esse appartengono alla filosofia morale; e ad esse debbono aggiugnerseue tre altre die si conservano in un codice della libreria del monastero Gotwicense segnalo b 12 , e indicatomi dal sig. Cardinal Giuseppe Garampi da me altre volle lodato. Al fine di esso si legge: Soli Pro honor et gloria M. CCCC. XCJ/II. Idilìiis octobris: e vi si contengono tre trattati: 1. De rei uxoriae conditione statuve: li. De clericorum conditione stature: III. De rei militaris- periculis et aerumnis ». Tiraboschi, Voi. VII.