Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/156

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J()8 LIBRO .Poiché fu giunto agli undici anni, l’applicarono alla filosofia; ma un anno appresso riflettendo agli onori e alle ricchezze che molti collo studio della giurisprudenza ottenevano felicemente, il rivolsero alle leggi, e lo inviarono perciò alla università di Pavia , ove divenne tosto la maraviglia de’ professori non meno che degli scolari. Nel quinto anno di questo suo studio, cioè nel diciassettesimo dell1 età sua, passò a Ferrara: E rari si ivi radunati, dice Giasone, i più illustri dottori di tutta t. Italia, anzi di tutto il mondo, per opera del march Niccolò f Este amantissimo degli studj non meno che degli studiosi; il quale con grandi promesse e amplissimi stipendi avea da ogni parte raccolti i più celebri letterati. Descrive poscia Giasone l’applauso che in quella università riscosse Girolamo , singolarmente nelle frequenti dispute eh1 egli teneva co’ suoi condiscepoli, nelle quali non si sapeva se più dovesse ammirarsi o l1 acutezza dell1 ingegno, o la forza del ragionamento , o il fervore della contesa. Deesi dunque aggiugnerè il Torli agli illustri alunni di quella università, di cui il Borsetti ci ha dato il catalogo. Dopo tre anni passò a Bologna antica madre delle scienze, dice Giasone; e i Bolognesi, continua egli a dire, che misuran gli uomini, non dalle ricchezze, o dalla fortuna , ma dalla sola virtù, appena ebbero conosciuto il Torti, che tosto presero a onorarlo, a visitarlo e ad allettarlo ancora a salire sulle lor cattedre. Ma il padre, che bramava di averlo vicino alla patria , si trasferì a Bologna per seco ricondurlo in Pavia. Non