Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/194

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836 LIBRO Bartolommeo Sozzini andò Imbasciadoiv a Milano per via di Piombino, per non fidarsi per quel di Firenze, perchè i Fiorentini i /ninno minacciato; perchè dicono, quando el Re di Francia entrò in Pisa, et essendovi condotto a leggere il detto Miss. Bartolommeo, sollevò i Pisani a domandare al Re grazia, che il dovesse liberare, et anco al Re li raccomandò, e però li Fiorentini 1’ hanno in odio (ib. p. &854, ec.). Più oltre di lui non ci dicono questi Annali, che non si stendono oltre il detto anno. Il Facciolati però ci assicura (l. cit.) clic 1’anno 14)8 ci passò a Padova collo stipendio di 1100 ducati, 300 de’ quali gli furono anticipatamente sborsati, e che gli fu ancor conceduto il primo posto tra’ professori. E indubitabile testimonianza ne abbiamo ancora presso Rafaello Volterrano, che a questi tempi scriveva: Vivit hodie Bartolomeeus Sozinus Senensis ingentique salario Paduae profitetur... qui aequam fortasse superioribus famam apud posteros consequetur (Comm. Urbana, l..21 ad ult.). Ma tutte queste sì onorevoli condizioni, dice lo stesso Facciolati, nol poterono trattenere ivi oltre a tre anni. Se da Padova passasse il Soccino a qualche altra università , o se si ritirasse alla patria, non saprei accertarlo. Il Panciroli, citando un passo di questo giureconsulto da me non veduto, dice che per quattro anni ei tenne scuola in Ferrara, chiamatovi dal duca Borso. Se ciò è vero, convien dire ch’egli, prima che in Siena, fosse professor in Ferrara, poichè Borso morì nel 1471 quando il Soccino era in Siena. Il Borsetti lo