Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/282

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924 LIBRO rifletto però, che nel titolo di essa, il quale più esattamente che dall’Argelati ci è stato dato dal conte Mazzucchelli (Scritt, ital. t. 2, par. 2, p. 1498)1 di tal dignità non si fa alcuna menzione, ma si dice solo: Collatio brevissima ad Reverendissimum D. B. de Castiliono Piaceritinu ni Curdi naie ni per D. Paulum de Bimio pro parte Collegii Mediolani exposita pro ejus visita tione juxta morem et stilum ipsius Colle gii. E io perciò non posso accertare se questo nuovo onore del Cardinal Branda sia bastevolmente provato.

XXII. Egli intervenne poscia al concilio di Basilea, e fu tra quelli che apertamente si dichiararono in favore di Eugenio IV. E tale era il concetto che aveasi della destrezza e del sapere di questo dottissimo cardinale, che Ambrogio camaldolese, di cui ancora abbiamo due lettere da esso scritte (l. 2,ep. 16, 17), pensava che il pontefice avrebbe saggiamente operato , se a lui avesse interamente rimesso il dificil maneggio di quell’affare (l. 3, ep. 44)* Ma quando egli vide que’ Padri troppo ostinati nel lor procedere contro il pontefice, abbandonò quel concilio, e venne a Firenze, ove era allora Eugenio, e ove veggiamo che il Cardinal Branda trovavasi fin dall’agosto del 1435 (Istor. di Fir. vol. 19 Scritt. rer. ital. p. 979). Il Beffa Negrini aggi tigne che nello stesso anno 1435 ei fu inviato da Eugenio a Ferrara, perchè insiem col marchese Niccolò III trattasse della pace da stabilirsi tra ’l duca Filippo Maria Visconti e i nemici di esso. Ma questa pace fu stabilita nel 1 433 (V.Murat. Antich. Estensi, par. 3,